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La Prospettiva Nevskij è un lungo corso che costituisce il cuore di San Pietroburgo. Il nome “Prospettiva” in realtà è sbagliato perché si tratta della traduzione letterale in italiano del termine russo “Prospekt” che significa corso. Una via elegante e maestosa che racchiude perle  di stili diversi: Art nouveau, neoclassico, le tradizionali cupole colorate a cipolla dell’architettura russa.

«Non c’è cosa più bella del corso Neva, almeno a Pietroburgo: per essa è tutto. Di che non rifulge la strada regina della nostra metropoli? So per certo che neppure uno di questi incolori e burocratici abitanti darebbe il corso Neva per quanto oro vi è al mondo.»

Nikolaj Vasil’evič Gogol’, Il corso Neva, in Racconti di Pietroburgo

Nella cartina qui sotto trovate la loro localizzazione e cliccando sul simbolino qualche informazione. Le due fermate della metropolitana più comode per raggiungerle tutte sono Gostinij Dvor e Nevskij Prospekt.

Dom Knigi

E’ la più grande libreria di San Pietroburgo, impossibile non notarla grazie alla sua singolarissima torre conica che culmina con un globo di vetro (il marchio di Singer). La traduzione letteraria è “La Casa del Libro” e non può essere altrimenti visto l’enorme spazio dedicato alla cultura nazionale e non.

All’interno non troverete solo libri in cirillico, ma anche sezioni per nazioni e libri quindi in lingua originale.

La Dom Knigi

Un edificio esisteva sulla Prospettiva Nevskij fin dal XVIII sec. Nel 1902 l’azienda manifatturiera tedesca Singer acquistò l’appezzamento di terreno. Qui costruì la sede generale e una serie di locali destinati al noleggio. Non tutti erano favorevoli al progetto, tuttavia lo zar Nicola II diede il permesso alla costruzione del nuovo edificio in stile Art Nouveau. La costruzione richiese due anni e il progetto era dell’architetto  P. Yu. Suzor.

Le innovazioni

Per la prima volta in Russia si utilizzava una struttura in ferro e mattoni che permetteva di costruire enormi finestre. Un’altra soluzione innovativa adottata riguarda le grondaie. Per non sovraccaricare la facciata dell’edificio con strutture inutili, l’architetto le ha “nascoste” e l’acqua piovana passa attraverso tubi di rame all’interno delle pareti. Il sistema di ventilazione e di climatizzazione era il più moderno per l’inizio del XX secolo.

La facciata dell’edificio presenta una ricca decorazione. La torre angolare dell’edificio è coronata da un globo di vetro che serviva da pubblicità per la compagnia Singer, era illuminata dall’interno con l’elettricità, e dall’esterno era avvolta dalle parole “Singer and Co.”.

Nel gruppo scultoreo al di sotto ritroviamo due Valchirie sulla prua di una nave. Una regge un fuso e una macchina da cucire – simboli dell’industria leggera, l’altro – un arpione, che simboleggia la cantieristica e l’industria pesante. La compagnia Singer non solo vendeva macchine da cucire in tutta la Russia (fu la prima a venderle a credito), ma eseguì anche grossi ordini per cucire uniformi militari per l’esercito russo.

L’attico era occupato dalla filiale russa della compagnia “Singer”. Dopo la Rivoluzione i due piani inferiori divennero la sede della Dom Kingi. Durante la guerra la Dom Knigi continuò a lavorare nonostante i bombardamenti avessero distrutto le vetrate. Dopo la guerra, l’edificio subì un’importante ristrutturazione e il 14 novembre 1948 la Dom Knigi aprì nuovamente le porte ai lettori.

Dal dopoguerra

Negli anni del dopoguerra, migliorò costantemente i suoi metodi di lavoro e si  guadagnò la reputazione di innovatore. Nel 1949, per la prima volta nella libreria sulla Prospettiva Nevskij organizzarono un grande salone dei libri che diventerà tradizione e attrarrà migliaia di visitatori di anno in anno.

La Dom Knigi è sempre stata per i cittadini non solo un negozio, ma anche un importante centro culturale. E’ diventata l’iniziatore e l’organizzatore di incontri con gli autori, e regolarmente ha organizzato serate di poesia. Una curiosità: la scala centrale è in marmo di Carrara, ma inizialmente solo due rampe erano in marmo di Carrara.

Cinema Aurora

Questa perla della Prospettiva Nevskij apre le porte nel 1913. Il nome originario era “Picadilly”. Un cinema dalle dimensioni enormi 800 posti, per fare un paragone il cinema Gomon aperto a Parigi nel 1913aveva una capienza di 380 spettatori. Qui all’epoca del cinema muto lavorò Dmitrij Shostakovic. I film erano accompagnati non solo dal pianista ma addirittura da un’intera orchestra. Vladimir Nabokov era un frequente spettatore del cinema. Sarà nel 1932 che cambierà il suo nome in “Aurora”.

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Gli spettacoli si fermarono e la gente di Leningrado smise di frequentare il cinema tanto amato soltanto nel 1942, nel pieno della guerra. La cinematografia di tutto il mondo è approdata qui, e ciò ha fatto del cinema Aurora un luogo in cui i principali maestri del cinema considerano un onore presentare le loro opere. Nel corso di questo secolo di vita il cinema ha subito diversi restauri e ammodernamenti al passo con i tempi.

Emporio Gastronomico Eliseev

Peter Yeliseyev, il giardiniere del conte Sheremetev, fu il fondatore di questo emporio. La leggenda narra che per la notte di Natale del 1812 il giardiniere riuscì ad offrire al suo padrone e ai suoi ospiti delle fragole fresche. Alla domanda del conte su come potesse ringraziarlo per un tale miracolo Yeliseyev chiese la sua libertà. Il conte accettò e lo liberò donandogli 100 rubli. Per quei tempi una somma considerevole.

L’ex servo aveva non solo il talento di un giardiniere, ma anche una straordinaria capacità commerciale e divenne ben presto famoso in tutta Pietroburgo grazie alla sua capacità di sorprendere i clienti più esigenti. Qualche decennio più tardi l’attuale sede divenne centro di gestione di tutte le attività dell’emporio Eliseev.  Gli affari prosperarono e  presto i fratelli divennero fornitori della corte di Sua Maestà Imperiale. Intrattenevano rapporti commerciali con Inghilterra, Germania, Italia.

Durante la rivoluzione, gli Eliseev lasciarono il paese. Secondo alcune voci, i padroni avevano murato parte dei tesori nel negozio sulla Prospettiva Nevskij e in molti li cercarono. Nei primi giorni del governo sovietico, il negozio è stato nazionalizzato e i prodotti venduti.

L’emporio oggi

Ancora oggi non si tratta solo di una gastronomia, ma c’è anche ristorante, un teatro e un grande salotto per i ricevimenti. Al secondo piano dell’edificio si trova un elegante ristorante dagli interni molto eleganti in stile inizio XX secolo, il cui fiore all’occhiello è la cucina molecolare. Nella caffetteria all’interno del negozio si possono gustare miscele di caffè da tutto il mondo, deliziosi tè e dessert originali con ingredienti provenienti da tutto il mondo. L’emporio è sempre stato famoso per una vasta gamma di pesce e diversi tipi di caviale, il caviale di storione nero proveniente da Astrakhan e le rare uova di trota arcobaleno.

L’edificio si trova all’angolo tra la Prospettiva Nevsky e la Malaya Sadovaya, il progetto è di Gabriel Baranovsky in stile Art Nouveau. Si distingue nettamente dagli altri edifici adiacenti in stile classico per le sue linee arrotondate, la mescolanza di vetro, granito e metallo. La facciata presenta un’enorme vetrata e statue allegoriche di “Industria”, “Commercio”, “Arte” e “Scienza” dello scultore Adamson. Le bambole in movimento nella finestra riproducono scene dell’opera The Nutcracker.

Caffè Abrikosv

La storia di questo simbolo della Prospettiva Nevskij è simile a quella dell’emporio Eliseev. La fabbrica di dolciumi venne alla luce alla fine del XVIII secolo da un servo della gleba di nome Stepan Nikolaev, anche lui al servizio di nobili possidenti. Egli diventò celebre grazie alle sue gelatine di frutta che preparava con le mele del giardino signorile. Ben presto la sua fama giunse fino a Mosca e con i soldi ricavati comprò la libertà per se stesso e per la famiglia.

Ottenne il cognome di Obrekosov, che poi si trasformò nel rinomato cognome Abrikosov. Da una piccola attività a conduzione familiare si trasformò in un’intera rete di pasticcerie, sale da e da caffè fino a ricevere l’importante riconoscimento di Fornitore di Corte di Sua Maestà Imperiale. Nel commercio del tè iniziò a fare concorrenza anche alla famiglia Perlov di Mosca. Ideò un nuovo tipo di trasporto del tè dalla Cina, via mare invece che via terra attraverso la Siberia, più economico e più veloce.

L’insalta russa e il caviale da Abrikosov

Il locale oggi

All’inizio del XX° secolo, la pasticceria Abrikosov era particolarmente popolare a San Pietroburgo. Il locale che venne costruito al civico 40 della Nevskij Prospekt risale al 1906 e diventò ben presto una leggenda della città. Lo storico interno in stile cinese è rimasto immutato ed è ancora possibile rivivere le atmosfere di inizio ‘900. Gli interni sono meravigliosi. Caldi e accoglienti: legno, specchi, stampe cinesi. Nella caffetteria è possibile gustare ogni sorta di leccornie per cui il marchio è diventato famoso: cioccolatini, crostate, canditi, tè e caffè.

Cattedrale di Kazan

Proprio di fronte alla Dom Knigi si trova una delle più belle chiese di San Pietroburgo: la cattedrale di Kazan. Circondata da un colonnato” vaticano” ricorda un po’ la cattedrale di San Pietro a Roma. Realizzata tra il 1801 e il 1811  per custodire l’icona miracolosa di Nostra Signora di Kazan risalente al XIII secolo, una delle icone più venerate dai russi. Proveniente da Costantinopoli arrivò prima a Kazan, dove sparì in seguito alle invasioni tatare prima di raggiungere San Pietroburgo.

La cattedrale di Kazan

La Cattedrale di Kazan è stata la prima chiesa in Russia, costruita da un architetto russo in uno stile puramente europeo. I materiali usati per la sua costruzione sono tutti provenienti dalla Russia. A proposito delle sculture ritroviamo San Vladimir, colui che convertì la Rus’ al cristianesimo. Regge una spada nella mano sinistra e una croce nella mano destra, calpestando un altare pagano. Alessandro Nevskij, che difese la terra russa e la fede ortodossa dai cavalieri cattolici tedeschi e svedesi. Ai suoi piedi è una spada con un leone, l’emblema della Svezia. Lo scudo russo si appoggia su di esso.

La cattedrale di Kazan (particolare)

Le statue di due importanti generali delle guerre napoleoniche: Kutuzov e Barclay de Tolly. Sconfitto da Napoleone ad Austerliz, sarà alla fine Kutuzov a trionfare sui francesi utilizzando la tattica di disimpegno e della terra bruciata che gli permise di annientare le truppe avverse senza uno scontro diretto.

Cattedrale del Salvatore sul Sangue Versato

A pochi passi dalla Prospettiva Nevskij il 1 marzo del 1881 sul canale di Caterina, ora noto come “Canale Griboedov” venne assassinato l’imperatore Alessandro II. Esattamente sul luogo dell’omicidio sorge la “Chiesa della Resurrezione” nota a tutti come “Chiesa del Salvatore sul sangue versato. A volerla in memoria del sovrano furono sia il suo successore, Alessandro III che la Duma.

riflessi nel canale gelato

Il nuovo sovrano volle che questo tempio in memoria del padre, avesse le caratteristiche dell’architettura russa sui modelli di Mosca e Yaroslavl. Ci vollero ben due concorsi per soddisfare l’imperatore con il progetto. Parte del ponte e del canale macchiati del sangue dello Zar-Martire sono ancora conservati nella parte occidentale del tempio.

Dopo la Rivoluzione l’edificio rischiò di essere raso al suolo più volte, fu saccheggiato e utilizzato come deposito prima per la raccolta di verdure e poi di decorazioni teatrali. Gran parte degli interni vennero distrutti e solo nel 1970 si decise finalmente di iniziare con i lavori di restauro. Nel 1997 mostrò i suoi capolavori ai visitatori.

La chiesa del Salvatore sul Sangue Versato in una gelida sera d’inverno

All’esterno, nelle decorazioni sono commemorati i successi della Russia durante il regno di Alessandro II. Fu utilizzata  una grande varietà di materiali di finitura: mattoni, marmo, granito, smalto, rame dorato e mosaico. L’interno è spettacolare, interamente rivestito di mosaici che ricoprono un’area di 7065 metri quadrati. Si è letteralmente inondati dal blu e dall’oro dei mosaici.

L’azzurro e l’oro dei mosaici della Chiesa

Tutte queste bellezze della Prospettiva Nevskij si trovano tra l’Ammiragliato sulla Neva da un lato e il Ponte Anchikov dall’altro. L’Ammiragliato costituisce insieme all’Ermitage ed alla splendida piazza di fronte un altro importante centro della città.

Avevo bisogno di bere molto tè, perché non potevo lavorare senza. Il tè risveglia quelle opportunità che sono latenti nell’anima mia

Lev Tolstoj

In Russia il tè è una cosa seria. I russi hanno una loro peculiare cerimonia.

Il samovar

Il protagonista è il Samovar con il suo gorgoglìo che sembra un canto! Si tratta di una caldaia per far bollire l’acqua. Esso faceva parte del corredo di nozze delle giovani spose e si tramandava di generazione in generazione. Era sempre tenuto con grande cura e posto in vista nella stanza.

E’ considerato uno dei simboli della Russia, ma le sue origini potrebbero non essere russe. Secondo alcune versioni fu Pietro il Grande ad importare dalla sua amata Olanda un oggetto simile, secondo altre arriverebbe dalla Cina, mentre secondo altri sarebbe stato inventato a Tula e poi prodotto dall’industriale Demidov nelle sue fabbriche negli Urali. Non si sa!

 Ancora oggi il samovar è immancabile in una casa russa. Anticamente lo si metteva a scaldare sul fuoco di legna, ma si potevano utilizzare addirittura le pigne che conferivano all’acqua un delicato sapore di pino. Oggi perlopiù è elettrico. Quando l’acqua raggiunge la temperatura adatta viene portato in tavola. In cima c’è una piccola teiera con le foglie per l’infusione. Questo tè, molto concentrato chiamato zavarka, viene diluito con l’acqua del samovar direttamente nella tazza. Ancora oggi nelle case dei russi non è insolito trovare questa forte infusione sempre pronta, all’occorrenza diluita con l’acqua bollente.

Samovar e baranka

Come si beve il tè in russia?

Il tè è sempre servito con qualcosa da mangiare: miele, dolci, baranka (dolce a forma di anello), cioccolatini, pan pepato, stuzzichini. Possono essere aggiunti agrumi, fette di limone o anche marmellata di arance o ciliegie. Questa tradizione ha origini antichissime e risale ad una abitudine cinese di epoca Tang, periodo in cui il tè si beveva con varie aggiunte di frutta o verdura e spezie. In Russia nacque nelle stazioni di posta nei secoli XIII e XIX, quando i viaggiatori facevano una sosta per cambiare i cavalli. Bevevano tè per scaldarsi e aggiungevano il limone per migliorare la salute. Anche Stalin durante le riunioni era solito bere una tazza di tè con del limone.  

E’ d’obbligo servirlo con lo zucchero. Originariamente si mettevano dei pezzettini di zollette in bocca e si beveva la bevanda bollente addolcita dallo zucchero. Puskin diceva che l’estasi è bere tè nero con una zolletta di zucchero fra le labbra.

Non c’è un momento stabilito della giornata in cui berlo e spesso diventa un momento di conversazione e relax. E’ il momento ideale per godere della tipica e calda ospitalità russa!

Infine, il tè in Russia si beve bollente! Anticamente c’era l’usanza di versarne un po’ nel piattino quando era troppo caldo. Oggi questa usanza non c’è più, ma il tè viene comunque servito nella tazza con il piattino.

Come è arrivato il tè in Russia?

Secondo una leggenda i primi a raccogliere informazioni sul tè furono i cosacchi nel XVI secolo, ma la vera usanza di bere il tè comincia con Pietro il Grande. Tuttavia non fu nella sua San Pietroburgo ma a Mosca, che il tè divenne una tradizione della tavola russa. Durante il suo regno si hanno i primi scambi commerciali tra Cina e Russia e negli anni Venti del Settecento presero il via le forniture di tè alla Russia in grandi quantità. 

A differenza di quanto avveniva in Inghilterra dove il tè arrivava dall’India, il tè arrivava in Russia dalla Cina. Le navi mercantili inglesi trasportavano un tè essiccato, che quindi aveva un sapore diverso, mentre in Russia arrivava via terra attraverso la Siberia e gli Urali e non necessitava di essere essiccato. Anton Chekov racconta molto bene i patimenti di postiglioni e viaggiatori lungo la scassatissima, infernale, ma ahimè unica via percorribile… “Siberiana”. Si legge ne L’Isola di Sachalin:

è pressocchè l’unica arteria che congiunge l’Europa alla Siberia. E sarebbe proprio lungo quest’arteria – così almeno si afferma – che la civiltà fluirebbe in Siberia! Certo, se ne dicono parecchie, ma se ci sentissero i vetturini o gli impiegati postali, oppure questi concittadini fradici e infangati che affondano nella melma fino al ginocchio per trasportare il tè in Europa, chissà che cosa penserebbero dell’Europa medesima della sua sincerità! A proposito, guardate questo convoglio. Una quarantina di carri carichi di casse di tè, incolonnati lungo il terrapieno…Le ruote sprofondate a metà nei solchi, una lunga fila di ronzini scarni con il collo teso…

A. Chekov – L’isola di Sachalin

Inizialmente il prezzo era abbastanza alto, ma quando si abbassò, la bevanda iniziò ad essere consumata da tutti i ceti sociali. Ovviamene era diversa la qualità del tè.

Quali erano le qualità di tè più diffuse?

Il tè era apprezzato per le sue proprietà, per esempio la capacità di dare energia e combattere la sonnolenza. I più utilizzati erano il tè verde ma soprattutto il tè nero. A San Pietroburgo, erano apprezzate le miscele di tè con aggiunte floreali, ad esempio un famoso tè cinese col gelsomino. Il tè Ivan Chaj (camenerio), dalle molte proprietà benefiche ed era utilizzato in caso di malattia. Ancora oggi i medici ritengono che aiuti ad abbassare la febbre, allevia il mal di testa, riduce il rischio di contrarre il cancro e aiuta a liberare il corpo dalle tossine.

Ma si bevevano anche numerose altre infusioni dalle proprietà benefiche: Lo zveroboj (iperico, comunemente noto con il nome di erba di San Giovanni); il tè di tavolga; le foglie di smorodina (Ribes nero) note fin dal XI secolo, nei monasteri di Kiev e Novgorod; le foglie di brusnika (Mirtillo rosso) considerata  la regina dei boschi russi.

Una casa molto particolare a Mosca

Casa del tè Perlov

Come dicevamo è soprattutto a Mosca che il tè divenne una tradizione tipica. Ai tempi di Caterina II, quando il tè era già diventato una bevanda nazionalpopolare un ricco mercante, Sergej V. Perlov, decise di costruire una casa dove vendere e caffè.  Vi ho già parlato di questa casa molto particolare in un altro articolo. Venne costruita nel 1890. Nel 1896 in occasione della visita di un ambasciatore dell’imperatore cinese, Li Hongzhang, inviato a Mosca per l’incoronazione di Nicola II, le venne dato l’aspetto che conserva ancora oggi simile ad una pagoda cinese.

Perlov voleva far colpo sul notabile e ottenere alcuni importanti contratti d’importazione del tè. L’intero edificio era in stile cinese, appesa vi era la bandiera cinese e i commessi vestivano camicie rosse e gialle. Ornamenti di serpenti, lanterne orientali, vasi e sculture in porcellana cinese ornavano il negozio e i clienti potevano sedersi su cuscini di seta. La casa attirò ben presto l’attenzione dei moscoviti, che da allora cominciarono a frequentarla assiduamente. Un angolo di Pechino a Mosca! In questo video potete ammirarne gli splendidi interni.

La famiglia Perlov aveva iniziato la sua attività nel XVII secolo, con un piccolo banco al mercato dove si vendevano foglie di tè importate e bevande a base di esso.  Col tempo, la società della famiglia avrebbe assunto una posizione di leadership nel mercato del tè, del caffè e della cioccolata in Russia, diventando fornitore ufficiale della corte reale russa e imperiale austriaca, rumena e del Montenegro.

Nel periodo sovietico solo il piano terra rimase adibito a negozio, mentre i piani superiori divennero delle kommunalki (le tipiche case comuni, con una stanza per famiglia e cucina e toilette in comune). Dopo il restauro nel 1997 tornò al suo antico splendore e ancora oggi qui si può gustare un ottima tazza di tè e trovare miscele pregiate spesso introvabili.

Le foglie pregiate giungono dalla Cina, da Ceylon, dall’India, dal Kenya, dall’Inghilterra e da ogni parte del mondo ma anche dalla Russia, come quello famoso della regione di Krasnodar. Si trovano le tradizionali marche russe come la May Tea (il Tè di Maggio), la Staraya Moskva (L’antica Mosca), o i Three Indian Elephants (I Tre Elefanti Indiani). Si possono comprare in bustine ma se volete davvero seguire la tradizione russa meglio le foglie per preparare la zavarka.

Nonostante il traffico, la frenesia, il cemento e le sue dimensioni Mosca è una città verdissima. Parchi, foreste urbane, giardini, piccole oasi di tranquillità e relax in cui trovare riparo dal caos della capitale. Alcuni sono famosi in tutto il mondo altri meno, ma una cosa li accomuna tutti. La grande cura. Non un filo d’erba fuori posto, non una foglia di troppo su un vialetto, aiuole curate, ovunque vedrete giardinieri e spazzini all’opera.

Un giardiniere al Museon Park lungo la Moskova

Ne ho selezionati 5 da presentarvi. Buona lettura!

Follow the Moskva…down to GORKY PARK

Forse è il parco più famoso di Mosca. Sarà anche grazie alla canzone degli Scorpions Wind of Change!

E’ un vero e proprio polmone verde in pieno centro sulle rive della Moscova. Progettato nel 1928 per essere  un luogo dedicato alla cultura (ancora oggi ospita numerosi appuntamenti culturali), allo sport ed alla vita all’aria aperta. Un parco voluto dai cittadini che parteciparono attivamente non solo alla progettazione ma anche alla sua costruzione fisica. Quando fu inaugurato 100.000 visitatori erano presenti all’evento. Nemmeno durante la guerra smise di essere utilizzato e i lavori di ammodernamento continuano tutt’oggi. Nel 2011 è stato oggetto di un restauro che lo ha reso una vera leggenda di Mosca. In tutto il parco il Wi-Fi è gratuito, perciò non è insolito vedere persone che lavorano al Pc sotto gli alberi in estate. Gorkij Park è pensato per rendere la vita dei moscoviti (e dei turisti!) migliore. Il sito del parco è bellissimo (qui trovate il link) e contiene una miriade di informazioni e la possibilità di scaricare un audio guida per la visita del parco.

Museon Park

Un parco-museo all’aperto che custodisce sculture di epoca sovietica. Opere di artisti d’avanguardia russi e artisti contemporanei in pietra, bronzo, legno e altri materiali.  Viene chiamato anche il “cimitero” delle statue dei leader sovietici smantellate agli inizi degli anni ’90. Ritroverete Stalin e Feliks Dzerzhinskij.  Ma ci sono anche statue ispirate alle favole russe!

VDNKh e il Museo dei Cosmonauti

Quando fu costruito nel 1939 l’enorme parco era dedicato all’Esposizione Agricola di tutta la Russia. Krusciov ne fece un parco per commemorare le conquiste economichescientifiche e tecnologiche del Paese. Amato dai cittadini e dai visitatori di tutto i mondo è diventato una delle principali attrazioni di Mosca. E’ un importante esempio di architettura sovietica che combina modernismo con elementi avanguardisti. Decine di padiglioni, fontane, stagni, bar e ristoranti. Non basterebbe un’intera giornata per riuscire a vedere tutto! Uno degli spazi espositivi più interessanti è il Padiglione n. 34, “Kosmos”(Spazio) che insieme all’adiacente Museo dei Cosmonauti è dedicato al tema aerospaziale. Le fontane sono suoi simboli, la “Fontana dei Popoli”, la “Fontana dell’amicizia”, “il Fiore di Pietra”. Quest’ultima è stata la prima fontana con musica e luci al mondo. E’ ispirata ai racconti dello scrittore Pavel Bazhov, che ha basato le sue storie sulle favole dei minatori dei monti Urali. Appena usciti dalla stazione della metropolitana VDNKh ci si imbatte nel Monumento ai Conquistatori dello Spazio. Eretto nel 1964 per celebrare le conquiste spaziali del popolo sovietico. E’ in lega di titanio, materiale usato nella costruzione di  parti delle navicelle spaziali perché altamente resistente alla corrosione ed è alto 110 mt. Un lungo viale con i busti dei cosmonauti, la leggenda Gagarin su tutti ovviamente, conduce all’obelisco e al museo dedicato ai cosmonauti, che consiglio a tutti di visitare e fermatevi al bookshop perchè potreste trovare diversi souvenir interessanti da portare a casa.

Gli Stagni del Patriarca


“Nell’ora di un caldo tramonto primaverile apparvero presso gli stagni Patriaršie due cittadini […] Giunti all’ombra dei tigli che cominciavano allora a verdeggiare, gli scrittori (i due cittadini di cui sopra, ndr) si precipitarono per prima cosa verso un chiosco dipinto a colori vivaci, che portava la scritta “Birra e bibite”. Ma conviene rilevare la prima stranezza di quella spaventosa serata di maggio. Non solo presso il chiosco, ma in tutto il viale parallelo alla via Malaja Bronnaja, non c’era anima viva. In un’ora in cui sembrava che non si avesse più la forza di respirare, quando il sole, che aveva arroventato Mosca, sprofondava oltre il viale Sadovoe in una secca bruma, nessuno era venuto sotto l’ombra dei tigli, nessuno sedeva su una panchina, deserto era il viale.”

Il Maestro e Margherita – Bulgakov

Allora… parliamoci chiaro! Se come me siete innamorati di “Il Maestro e Margherita” questo parco deve essere una tappa obbligata nella visita a Mosca. E se non siete mai stati a Mosca e avete letto questo libro non so come facciate a non esserci ancora andati! E se non avete mai letto il Maestro e Margherita.. leggetelo così vi viene voglia di andarci.

Agli Stagni del Patriarca (Patriaršie prudy), comincia l’avventura moscovita del Signor Woland (il Diavolo), Korovev e il gatto Behemot (i fedeli demoni che lo accompagnano). E’ un bellissimo parco cittadino con al centro un laghetto e circondato da edifici residenziali.  Non lontano, la vivace Via Sadovaja.

Tutto il quartiere che lo circonda è un’elegante zona residenziale, in cui si incontrano diversi luoghi celebri del romanzo. Ad esempio all’interno del giardino Akvarium si trova adesso il teatro Massovet che ai tempi del romanzo era la sede del MASSOLIT o Griboedov, il luogo dove si incontravano gli scrittori sovietici nel romanzo.

Una scena dalla serie tv

Parco Zaryadye

Il più giovane dei grandi parchi di Mosca. Inaugurato solo un paio d’anni fa è il nuovo cuore verde a due passi dalla Piazza Rossa. Realizzato dallo studio americano Diller Scofidio + Renfro, il parco vuole essere un omaggio alle quattro zone climatiche del Paese: la tundra, la steppa, le zone acquitrinose e i boschi. Le piante provengono da tutte le regioni della Russia. Una simbiosi di natura e tecnologia.

La passerella del parco sospesa sulla Moscova

I padiglioni per esposizioni temporanee, gli anfiteatri e la sala concerti si integrano con il paesaggio naturale pur restandone chiaramente distinti. Da ogni angolo del parco è possibile godere di scorci suggestivi sulla città. La volta di vetro riprende le linee del paesaggio e protegge il pubblico dalle intemperie. I due anfiteatri ospitano concerti, proiezioni di film e laboratori di danza. Il grande anfiteatro ospita fino a 1.500 spettatori, il piccolo ospita fino a 400 spettatori. La grotta di ghiaccio riproduce le misteriose grotte settentrionali e offre la possibilità di avvicinarsi a questo mondo affascinante anche se non si è uno specialista. Sul sito dove ora si trova il museo archeologico sotterraneo passava la prima strada di Mosca.

L’emporio gastronomico

All’interno del parco si trova il Centro gastronomico “Zaryadie“. E’ un moderno mercato alimentare, dove in otto diversi ristoranti si preparano piatti secondo le ricette della cucina delle regioni russe. Ogni ristorante ha un proprio design e dal nome si capisce la tipologia di cucina. Ostriche selvatiche e ricci del Mar del Giappone allo Champagne bar. Bistecche e tagli selezionati da Voronezh, Bryansk e Kazan da “Meat Meat”. Frutti di mare e pesce dell’Estremo Oriente e delle acque del nord da “ShrimpsCrabsLangoustines”. Tutte le varietà di zuppe da “Soupstation”. E ancora polli, manzo e agnello su spiedini, Oche, anatre, quaglie. Il ristorante “Sawing”, produce e vende più di 10.000 gnocchi al giorno e tutta una varietà di piatti di pasta. E per dessert, torte, bignè, pasticcini “Al Samovar”. L’angolo take away “Eat and Walk” dove acquistare sostanziosi panini croccanti in 15 varianti.

Capite perché il parco è in gara per i prestigiosi World Travel Awards, gli Oscar del Turismo?!

E molti altri parchi…

I pittoreschi Stagni di Novodevichij affaciati sull’omonimo monastero che si riflette nelle acque della Moscova; i Giardini dell’Hermitage con musica, balli e buoni cocktail; i Giardini Bauman dedicati alle attività sportive e ricreative; Aptekarskij ogorod il più antico orto botanico russo, voluto da Pietro il Grande. La lista dei parchi di Mosca è lunghissima e non si può parlare di tutti. Ma credo che già questi siano sufficienti per trovare riparo nel verde dal caos di una delle più grandi città del mondo

Qualcuno mi chiede: “Ma secondo te è più bella Mosca o San Pietroburgo?”..  dipende! Da quanto conosci e ti appassiona questo Paese, la sua storia, la sua cultura, la sua anima.

San Pietroburgo è una città occidentale, relativamente giovane, sorta dalle paludi per  volere di Pietro il Grande che voleva farne una città all’altezza delle altre capitali d’Europa.  Amsterdam e Venezia furono i suoi modelli. Mosca è antica! Il peso della sua storia quasi millenaria si percepisce nelle stratificazioni del suo tessuto urbano. E’ più “russa”, anche se le virgolette sono d’obbligo, perché in realtà entrambe le città sono fortemente occidentalizzate e molto diverse dal resto del Paese.

E  Mosca infatti, insieme ad un gruppetto di piccole città, è la protagonista di un itinerario alla scoperta dei Principati della Rus’ antica. Questo itinerario è stato pensato per delle persone che avevano già una buona conoscenza della Russia e volevano approfondire con questo viaggio tematiche storico-culturali, preferendo concentrarsi su Mosca e le antiche città dell’Anello d’oro.  Le visite guidate si concentrano su itinerari meno turistici e sono previsti spazi liberi per visitare in autonomia le principali attrazioni della città. Sono state scelte guide molto preparate dal punto di vista storico-culturale  e abbiamo previsto esperienze particolari come una notte in un monastero e la visita di musei insoliti.

Se volete approfondire con qualche chicca e curiosità, nella mappa di seguito trovate i punti di interesse del percorso e qualche informazione in più per ognuno di essi cliccando sul numero. Non fate gli scansafatiche e cliccate!

Museo dell’icona russa e Taganskij Rajon

Il piccolo Museo dell’Icona Russa è situato nel centro di Mosca in via Goncharnaya ed ospita una collezione di 5000 pezzi. La base della collezione è costituita da icone dei sec  dal XIV al XX. Se andate a Mosca e come me siete appassionati di arte antica, non potete perdervi l’incontro con questi capolavori. L’aura di sacralità e solennità che emanano, esprime l’importanza che l’immagine aveva nella spiritualità russa (per qualche info in più cliccate sulla mappa). Oltre alle icone troviamo anche manoscritti e oggetti di arti decorative ed applicate. Il quartiere Taganskij in cui si trova è situato oltre il fiume Jauza, affluente della Moskova, e anticamente ospitava insediamenti liberi di fabbri e ceramisti (Goncharnaya ulitsa significa appunto via dei ceramisti) che venivano allontanati dal centro della città verso la collina. Si trova in questo quartiere anche l’ex monastero Krutitsy, antico monumento della Russia medievale dal fascino decadente!

Mosca: Krutitskoye Patriarsheye Podvor'ye

Krutitskoye Patriarsheye Podvor’ye

Via Myasnitskaya

Si trattava anche in questo caso di un insediamento libero. Qui infatti si trovavano molte botteghe di macellai (“myasa” significa carne) e le loro abitazioni. Al tempo di Pietro I molti nobili cominciarono a stabilirsi in questa via, il principe Menshikov suo grande consigliere e amico di scorribande (prima o poi scriverò qualcosa su questi due strambi personaggi) acquisì qui un grande possedimento. Ecco perché troviamo numerosi edifici in pietra, nonostante la maggior parte delle costruzioni della via fossero in legno. Merita veramente una passeggiata perché custodisce pezzi di storia moscovita non indifferenti: la biblioteca di “Guerra e Pace” e per gli appassionati di tè e caffè l’ Antica casa del tè Perlov. (cliccate sulla mappa.. ve l’ho già detto?)

Via Ilynka

Deve il suo nome ad un monastero in onore di Elia il Profeta, ma fu anche santuario commerciale e bancario della città. Divenne la principale via commerciale di Mosca, centro della vita finanziaria e del commercio all’ingrosso. Qui sorse l’edificio della borsa e qui tutt’oggi ci sono le sedi delle più grandi banche della Russia.

Mosca: Gostiny dvor
Gostiny dvor

L’Anello d’oro

Un anello di antiche città intorno a Mosca, ma dalla storia antichissima ed illustre. Qui si conservano importanti pagine della storia russa nei loro monumenti. Come perle giacciono nell’ammaliante campagna russa. L’origine del nome Anello d’oro è piuttosto recente, risale al 1967 e si deve al giornalista sovietico Jurij Bychov. Fu il primo a pensare ad un itinerario turistico che toccasse queste antiche località. Una serie di saggi del giornalista, pubblicati sul giornale “Sovietskaya Kultura” con il titolo di “Anello d’oro” fece sì che questo nome diventasse la designazione ufficiale di questo percorso.

L’Anello d’oro è famoso per i monumenti di pietra bianca di Suzdal e Vladimir. Si tratta di una serie di edifici, parte del patrimonio UNESCO, che si trovano nei dintorni delle due città. Sono otto, tutti in pietra bianca e furono eretti tra il XII-XIII sec. Ma c’è un bellissimo tempietto quello di San Giorgio a Yurev Polskij, ch ufficialmente non rientra in questa serie di edifici ma è fatto della stessa pietra bianca. Piccola chiesetta voluta dal principe Iuri Dolgorukij nel 1152 e che deve la sua attuale forma alla ricostruzione del principe Svjatoslav III nel 1230. La sua facciata in pietra bianca è coperta da affascinanti bassorilievi, sculture e capitelli: un vero catalogo di creature bislacche e mostri dell’immaginario medievale. Di certo non mancherà nel mio prossimo viaggio in Russia di questa estate.

La bellissima campagna russa