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Mi sono innamorata di questa regione fin dal primo momento in cui ci ho messo piede. Sarà perché ha il sapore della famiglia visto che qui ci vivono i miei zii, sarà per la sua meravigliosa varietà, sarà il ricordo di quei bei tramonti autunnali sulle ampie campagne bordate di montagne e punteggiate di casolari, sarà perché adoro i suoi vini bianchi, sarà perché è così carico di quei “sassolini medievali” che ricerco un po’ ovunque.. Insomma un pezzettino di cuore è lì!

Una terra tanto sconosciuta quanto intensa e succosa. Il Friuli Venezia Giulia è una regione originale, completa: mare, montagne (e vorrei ricordarvi che una parte stupenda delle Dolomiti, si trova anche qui), colline (belle e suggestive come quelle di Umbria e Toscana), città d’arte, alcuni dei più bei borghi d’Italia (ben 12 per la precisione). Una regione dai mille volti, dalle mille suggestioni: da quelle paleocristiane e medievali a quelle mitteleuropee, a quelle della Grande Guerra con tutte le sfumature che ci sono in mezzo. Per farvela breve: volete il mare, c’è; volete la montagna, c’è; volete l’arte c’è; siete dei golosi, siete nel posto giusto; amate il vino, c’è…e che vini! Seguitemi.

“Il Friuli è un piccolo compendio dell’universo, alpestre, piano e lagunoso in sessanta miglia da tramontana a mezzodì.” Ippolito Nievo

Ragione n.1 Le Montagne

Le montagne friulane sono territori in cui laghi, boschi, torrenti, vallate e borghi piccoli ma carichi di fascino, regnano sovrani. Il Carso è un altopiano roccioso calcareo incastonato in quella striscia di terra che va da Gorizia a Trieste e si protende fino all’Istria. E’ una regione imperdibile per gli amanti della natura. Un susseguirsi di doline, sentieri, grotte e falesie a picco sul mare, che da tipicamente alpina scivola verso quella mediterranea man mano che ci si avvicina al mare. Protagonista della Grande Guerra è anche ricco di storia tra monumenti, sacrari e musei. Le Dolomiti friulane, patrimonio UNESCO, sono suddivise in tre comprensori principali: Piancavallo, Magredi e le Valli Pordenonesi, tutti contraddistinti da una natura incontaminata. Piancavallo (rinomata località sportiva) e il Parco Regionale delle Dolomiti Friulane sono imperdibili.

Ragione n.2 L’Arte medievale e paleocristiana

L’importanza dei Longobardi in Italia è evidente da nord a sud, l’eredità artistica ed architettonica che mescola elementi bizantini, germanici e romani, è stata riconosciuta patrimonio UNESCO. Soprattutto in Friuli se ne trovano testimonianze che toccano vette altissime. Non si può perdere Cividale dove si trovano il Tempietto Longobardo e il Museo Cristiano e Tesoro del Duomo dove sono custodite finissime opere di oreficeria e l’Altare del Duca Ratchis. L’arte paleocristiana della Basilica di Aquileia con il più grande mosaico pavimentale del mondo occidentale conservato. Ma poi ci sono decine di chiese, castelli e rocche di epoca medievale. Minuscoli paesini come Spilimbergo che custodiscono testimonianze medievali preziose come il Duomo di Santa Maria Maggiore. E ancora abbazie benedettine come Santa Maria in Silvis che nell’antichità era circondata da una vasta selva e quella di Rosazzo con un prezioso roseto dove crescono varietà antiche di rose come la damascena, la noisette e la centifoglia. Anche Trieste, nonostante la sua tipica atmosfera mitteleuropea custodisce due capolavori medievali. Il Duomo di Muggia risalente al XII secolo con la sua bianca facciata trilobata elegantissima nella sua semplicità e la Basilica di Santa Maria Assunta, sempre a Muggia.

Ragione n.3 Il Vino:

L’infinita varietà di questa terra si esprime anche nei suoi vini. Dalle dolci colline del Collio e dei Colli orientali nascono vini bianchi tra i migliori al mondo e corposi rossi. In una terra tra monti e mare il microclima è assolutamente unico e si sposa perfettamente con la “ponka“, il caratteristico terreno del Collio, ideale per la coltivazione della vite. Io trovo fantastici i vini bianchi. Il vitigno più celebre è il Tocai Friulano ma poi ci sono il Verduzzo, la Ribolla Gialla e la Malvasia Istriana, e il rarissimo Picolit. Ma anche i rossi Cabernet franc, il Merlot e lo Schioppettino.

Ragione n.4 Il Prosciutto:

Nella splendida cornice del delizioso borgo di San Daniele, Aria di Festa è una delle manifestazioni primaverili più suggestive a cui abbia partecipato. Ma durante tutto l’anno è possibile visitare i prosciuttifici della zona e gustare il famoso prosciutto. La lavorazione del Prosciutto di San Daniele richiede numerosi e delicati passaggi ancora oggi eseguiti secondo l’antica tradizione artigianale. Il vero segreto della lavorazione è però il microclima del Sandanielese, dato dall’incontro delle correnti fresche provenienti dalle Alpi con le correnti umide dell’Adriatico. Un prodotto rigorosamente tutto Made in Italy. Ma c’è anche un altro prosciutto d’eccellenza in Friuli ed è quello di Sauris, che deve la sua unicità al particolare metodo di affumicatura, effettuato bruciando legno di faggio dei boschi locali.

Ragione n.5 I caffè e l’eleganza mitteleuropea di Trieste:

Trieste profuma di caffè. Senza senza i suoi storici e famosi caffè, non sarebbe la stessa, luogo d’incontro di artisti e scrittori nel passato come oggi. Quella della torrefazione è un’industria molto importante e florida della città. Ci sono diversi caffè storici che organizzano anche visite e degustazioni. La sobria raffinatezza di questa città si condensa nella splendida Piazza Unità affacciata sul mare. Ha incantato e ispirato importanti scrittori come Rainer Maria Rilke, James Joyce, Italo Svevo. Città unica che è stata icona di poesia, tolleranza e multiculturalismo mittleuropeo.

Ragione n.6 Udine la “Serenissima”:

Con quelle piazzette che sembrano un “campiello” la città ha un fascino quasi veneziano. Da Piazza Libertà, “la più bella piazza veneziana sulla terraferma”, a Piazza Matteotti (o delle Erbe), che, tutta contornata da portici, sembra un salotto a cielo aperto, osserverete la carrellata di antichi e colorati palazzi che annunciano lo spirito di Udine. Sulle vie del centro si affacciano curati negozi e botteghe d’artigianato (l’arte orafa riprende gli stilemi longobardi), caffè e osterie storiche: una città a misura d’uomo!

Ragione n.7 Le Lagune:

La laguna è la meravigliosa cornice naturale in cui sorge Grado. Un piccolo mondo fantastico che offre uno scenario ricchissimo di colori, tra il verde della rigogliosa vegetazione e il blu del mare Adriatico. La laguna è una zona feconda di essenze arboree, e in particolare di tamerici, olmi, pioppi, ginepri e pini, mentre la fauna presenta una cospicua varietà di volatili, tra i quali gabbiani, aironi cinerini, germani reali, rondini di mare. Una gita in barca è il modo migliore per scoprirne a fondo le meraviglie.

+ 1 Fuori dal Turismo di massa:

Ultima ma non ultima motivazione. Pur essendo una Regione che ha veramente tantissimo da offrire è quasi sconosciuta al turismo italiano. Mi dispiace dirlo ma credo che sia una delle regioni italiane più sottovalutate. Quindi se siete alla ricerca di pace e tranquillità e volete visitare con tutta calma è il posto giusto!

Questa è la prima di una serie di pillole sul Friuli Venezia Giulia che voglio scrivere. Perché voglio parlarvi di questa regione? E’ una regione a cui sono molto legata perché una parte della mia famiglia vive lì e quindi la conosco abbastanza bene. E’ una regione ricca di testimonianze longobarde!Ma non è solo questo il motivo.

E’ una regione bellissima, ricca di storia, di eccellenze artistiche, di varietà climatico-paesaggistiche (si va dalla montagna al mare, alle colline con i vigneti). Purtroppo spesso viene poco valorizzata e pubblicizzata. Però in tutto questo c’è un lato positivo.

E’ ancora lontana dalle frotte di turisti che animano città come Roma, la vicina Venezia o Firenze. Per questo motivo ho deciso di organizzare un primo minitour alla scoperta di alcune delle sue bellezze, ovviamente con un occhio di riguardo per quelle medievali. Potete trovare la descrizione dell’itinerario con le date qui

Trieste: Piazza Unità d’Italia

Forum Iulii

Nel frattempo ogni tanto vi parlerò di qualche perla di questa regione. Il nostro viaggio inizia da Cividale del Friuli. L’antica Forum Iulii, da cui deriva il nome Friuli. Città ricca di testimonianze longobarde perchè fu luogo del primo insediamento di questo popolo in Italia. Fu edificata ai piedi delle Alpi Giulie lungo le rive del fiume Natisone, in una posizione ideale per controllare il territorio circostante. Era un castrum, ovvero una cittadella fortificata.

Il Ponte del Diavolo congiunge le due sponde su cui sorge la città. Nel 568 d.C. divenne sede del primo ducato longobardo in Italia, come ci racconta il cronista dei longobardi, il cividalese Paolo Diacono. In epoca medievale, dopo un lungo periodo di dominazione veneziana, fu importante centro politico economico ed ecclesiastico al tempo in cui vi si stabilì la sede del Patriarcato di Aquileia.

Il centro storico è piccolino ma pittoresco e suggestivo. Popolato di importanti testimonianze longobarde e non solo. Il Museo Archeologico contiene preziosi reperti di epoca romana, paleocristiana, altomedioevale, romanica e gotica. La sua collezione di monete longobarde è considerata la seconda al mondo per la qualità e il numero dei pezzi. Il Museo Cristiano del Duomo custodisce il meraviglioso altare del Duca Ratchis.

Ci sono poi Il Battistero di Callisto; l’ipogeo celtico; la piccola chiesa dei Santi Pietro e Paolo; la chiesa di San Francesco; la Pala di Pellegrino II opera davvero pregevole per tanti motivi tra cui l’utilizzo precoce della tecnica tipografica delle sue iscrizioni, e il bellissimo Crocifisso custoditi all’interno del Duomo. E poi c’è il mio amato Tempietto Longobardo.

Il tempietto longobardo

Piccolo oratorio situato all’interno del Monastero di Santa Maria in Valle che si affaccia sul verde- azzurro delle rive del Natisone. E’ una straordinaria testimonianza dell’architettura altomedievale. Originariamente doveva essere una cappella palatina, la cappella della residenza del rappresentante del re longobardo la cosiddetta gastaldaga.

Si tratta di un piccolo oratorio in cui però venero adottate soluzioni architettoniche che tendono a dilatare lo spazio e dare slancio verticale. E’ come uno scrigno dalla semplice linearità esterna che racchiude un capolavoro. In questo senso mi ricorda la cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova. Tra la fine del IX e l’inizio del X sec l’area della gastaldaga venne donata al convento benedettino femminile e con essa anche la cappella. Al suo interno si sono conservate decorazioni e statue in stucco dell’VIII sec.

Al piccolo sacello si accede attraverso una porta posta nel lato meridionale direttamente nel presbiterio (la parte della chiesa riservata al clero officiante). L’ambiente è suddiviso in due corpi architettonici distinti: il presbiterio e l’aula. Il primo è separato dal secondo da una recinzione con due esili colonnine che sorreggono un architrave lignea. I capitelli di queste colonne sono probabilmente di origine antica.

L’aula ha nicchie con arconi alle pareti che sottolineano lo slancio verticale della struttura. La parete più articolata è quella occidentale, dove si trovava anticamente anche l’ingresso principale al tempietto. L’architrave della porta è in stucco e appena sopra c’è un grande arco delimitato da due ghiere floreali. La cosa che cattura immediatamente lo sguardo entrando nel piccolo oratorio sono le sei figure di sante e martiri proprio sopra questo arco.

La serie di figure femminili

Queste figure sono alte circa 2 metri e mostrano relazioni con la statuaria omayyade. Forse dovuta alla presenza di maestranze bizantine con influenze islamiche. Costantinopoli, ai confini di due mondi quello classico greco-romano e quello orientale, sviluppò due espressioni artistiche differenti. Da un lato reminiscenze dell’arte naturalistica e delicata dei greci, dall’altra la rigidità e l’austerità dell’arte asiatica. Le lunghe file di santi con grandi occhi scuri, in posizione rigidamente eretta e solenne sono espressione di una tendenza alla preferenza per un’arte ieratica tipica dell’Oriente.

Al centro si trova una finestra arcata decorata con motivi ad intreccio internamente, ed esternamente a palmette e fiori di loto. Il complesso delle sante è incorniciato da fregi orizzontali decorati con stelle o rosette ad otto petali.

Gli affreschi

Gli affreschi in gran parte perduti meritano attenzione. Nella lunetta sopra il portale principale è rappresentato Cristo tra gli arcangeli Michele e Gabriele. Interessanti sono le figure di sei santi. Soltanto una di queste figure rappresenta un ecclesiastico.

Tutte le altre sono santi guerrieri. E questo non può stupire perché il periodo in cui venne eretto il tempietto, era precario per il regno. Quindi particolare importanza venne riconosciuta ai martiri militari che dovevano intercedere presso Dio. La forma ovale dei loro volti è finemente modellata.

Le figure tutte uguali sembrano ripetersi come matrici. I grandi occhi aperti e fissi , la testa circondata da un nimbo giallo scuro, le sopracciglia tendenti ad unirsi sopra la radice del naso sottile. I modelli sono chiaramente bizantini.

Le testimonianze longobarde in Friuli sono molte ma il tempietto è sicuramente una delle più significative.

Non solo arte

Cividale è famosa anche per una golosità molto particolare: la gubana. Dolce friulano nato proprio nelle valli del Natisone, simbolo di queste valli e di Cividale. Un dolce che ha un legame con la Slovenia. Il termine: “guba”, da cui deriva in sloveno significa “piega”, probabilmente per indicare la forma a torciglione della gubana. Già in epoca romana esisteva l’usanza di farcire il pane con frutta e miele.

Tradizione che perdurò anche nel medioevo e nel rinascimento. Un dolce simile fu servito a Papa Gregorio XII durante la sua visita a Cividale nel 1409.  Veniva donata per augurare prosperità e ricchezza, e per questo immancabile durante i banchetti di nozze.

Io vi consiglio di provare quella prodotta dalla pasticceria Vogrig che si trova appena fuori dal centro cittadino.

La Gubana dolce tipico di Cividale