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Questa è la prima di una serie di pillole sul Friuli Venezia Giulia che voglio scrivere. Perché voglio parlarvi di questa regione? E’ una regione a cui sono molto legata perché una parte della mia famiglia vive lì e quindi la conosco abbastanza bene. E’ una regione ricca di testimonianze longobarde!Ma non è solo questo il motivo.

E’ una regione bellissima, ricca di storia, di eccellenze artistiche, di varietà climatico-paesaggistiche (si va dalla montagna al mare, alle colline con i vigneti). Purtroppo spesso viene poco valorizzata e pubblicizzata. Però in tutto questo c’è un lato positivo.

E’ ancora lontana dalle frotte di turisti che animano città come Roma, la vicina Venezia o Firenze. Per questo motivo ho deciso di organizzare un primo minitour alla scoperta di alcune delle sue bellezze, ovviamente con un occhio di riguardo per quelle medievali. Potete trovare la descrizione dell’itinerario con le date qui

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Forum Iulii

Nel frattempo ogni tanto vi parlerò di qualche perla di questa regione. Il nostro viaggio inizia da Cividale del Friuli. L’antica Forum Iulii, da cui deriva il nome Friuli. Città ricca di testimonianze longobarde perchè fu luogo del primo insediamento di questo popolo in Italia. Fu edificata ai piedi delle Alpi Giulie lungo le rive del fiume Natisone, in una posizione ideale per controllare il territorio circostante. Era un castrum, ovvero una cittadella fortificata.

Il Ponte del Diavolo congiunge le due sponde su cui sorge la città. Nel 568 d.C. divenne sede del primo ducato longobardo in Italia, come ci racconta il cronista dei longobardi, il cividalese Paolo Diacono. In epoca medievale, dopo un lungo periodo di dominazione veneziana, fu importante centro politico economico ed ecclesiastico al tempo in cui vi si stabilì la sede del Patriarcato di Aquileia.

Il centro storico è piccolino ma pittoresco e suggestivo. Popolato di importanti testimonianze longobarde e non solo. Il Museo Archeologico contiene preziosi reperti di epoca romana, paleocristiana, altomedioevale, romanica e gotica. La sua collezione di monete longobarde è considerata la seconda al mondo per la qualità e il numero dei pezzi. Il Museo Cristiano del Duomo custodisce il meraviglioso altare del Duca Ratchis.

Ci sono poi Il Battistero di Callisto; l’ipogeo celtico; la piccola chiesa dei Santi Pietro e Paolo; la chiesa di San Francesco; la Pala di Pellegrino II opera davvero pregevole per tanti motivi tra cui l’utilizzo precoce della tecnica tipografica delle sue iscrizioni, e il bellissimo Crocifisso custoditi all’interno del Duomo. E poi c’è il mio amato Tempietto Longobardo.

Il tempietto longobardo

Piccolo oratorio situato all’interno del Monastero di Santa Maria in Valle che si affaccia sul verde- azzurro delle rive del Natisone. E’ una straordinaria testimonianza dell’architettura altomedievale. Originariamente doveva essere una cappella palatina, la cappella della residenza del rappresentante del re longobardo la cosiddetta gastaldaga.

Si tratta di un piccolo oratorio in cui però venero adottate soluzioni architettoniche che tendono a dilatare lo spazio e dare slancio verticale. E’ come uno scrigno dalla semplice linearità esterna che racchiude un capolavoro. In questo senso mi ricorda la cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova. Tra la fine del IX e l’inizio del X sec l’area della gastaldaga venne donata al convento benedettino femminile e con essa anche la cappella. Al suo interno si sono conservate decorazioni e statue in stucco dell’VIII sec.

Al piccolo sacello si accede attraverso una porta posta nel lato meridionale direttamente nel presbiterio (la parte della chiesa riservata al clero officiante). L’ambiente è suddiviso in due corpi architettonici distinti: il presbiterio e l’aula. Il primo è separato dal secondo da una recinzione con due esili colonnine che sorreggono un architrave lignea. I capitelli di queste colonne sono probabilmente di origine antica.

L’aula ha nicchie con arconi alle pareti che sottolineano lo slancio verticale della struttura. La parete più articolata è quella occidentale, dove si trovava anticamente anche l’ingresso principale al tempietto. L’architrave della porta è in stucco e appena sopra c’è un grande arco delimitato da due ghiere floreali. La cosa che cattura immediatamente lo sguardo entrando nel piccolo oratorio sono le sei figure di sante e martiri proprio sopra questo arco.

La serie di figure femminili

Queste figure sono alte circa 2 metri e mostrano relazioni con la statuaria omayyade. Forse dovuta alla presenza di maestranze bizantine con influenze islamiche. Costantinopoli, ai confini di due mondi quello classico greco-romano e quello orientale, sviluppò due espressioni artistiche differenti. Da un lato reminiscenze dell’arte naturalistica e delicata dei greci, dall’altra la rigidità e l’austerità dell’arte asiatica. Le lunghe file di santi con grandi occhi scuri, in posizione rigidamente eretta e solenne sono espressione di una tendenza alla preferenza per un’arte ieratica tipica dell’Oriente.

Al centro si trova una finestra arcata decorata con motivi ad intreccio internamente, ed esternamente a palmette e fiori di loto. Il complesso delle sante è incorniciato da fregi orizzontali decorati con stelle o rosette ad otto petali.

Gli affreschi

Gli affreschi in gran parte perduti meritano attenzione. Nella lunetta sopra il portale principale è rappresentato Cristo tra gli arcangeli Michele e Gabriele. Interessanti sono le figure di sei santi. Soltanto una di queste figure rappresenta un ecclesiastico.

Tutte le altre sono santi guerrieri. E questo non può stupire perché il periodo in cui venne eretto il tempietto, era precario per il regno. Quindi particolare importanza venne riconosciuta ai martiri militari che dovevano intercedere presso Dio. La forma ovale dei loro volti è finemente modellata.

Le figure tutte uguali sembrano ripetersi come matrici. I grandi occhi aperti e fissi , la testa circondata da un nimbo giallo scuro, le sopracciglia tendenti ad unirsi sopra la radice del naso sottile. I modelli sono chiaramente bizantini.

Le testimonianze longobarde in Friuli sono molte ma il tempietto è sicuramente una delle più significative.

Non solo arte

Cividale è famosa anche per una golosità molto particolare: la gubana. Dolce friulano nato proprio nelle valli del Natisone, simbolo di queste valli e di Cividale. Un dolce che ha un legame con la Slovenia. Il termine: “guba”, da cui deriva in sloveno significa “piega”, probabilmente per indicare la forma a torciglione della gubana. Già in epoca romana esisteva l’usanza di farcire il pane con frutta e miele.

Tradizione che perdurò anche nel medioevo e nel rinascimento. Un dolce simile fu servito a Papa Gregorio XII durante la sua visita a Cividale nel 1409.  Veniva donata per augurare prosperità e ricchezza, e per questo immancabile durante i banchetti di nozze.

Io vi consiglio di provare quella prodotta dalla pasticceria Vogrig che si trova appena fuori dal centro cittadino.

La Gubana dolce tipico di Cividale

Nei mesi scorsi si è parlato molto di uno dei grandi capolavori delle cattedrali medievali:  Notre-Dame di Parigi.  Che cosa ne pensate voi del Medioevo? Per molti è un periodo strambo e bigotto, arretrato (appena si vuole indicare qualcosa come retrogrado si grida subito al Medioevo). Per altri è affascinante, adulato , un periodo di forte relazione con i ritmi della natura .  Come diceva Jacques Le Goff  il nostro tempo ha del Medioevo due differenti immagini : “noire” e “idealisé” (oscuro e idealizzato). Da un lato il Medioevo retrogrado e lugubre, dall’altro quello poetico, soave.

Ma tralasciando le riflessioni su chi abbia ragione sul Medioevo, vi voglio raccontare qualcosa delle molte Notre-Dame che vennero costruite e del “tempo delle cattedrali”.

Lo “style 1200”

Tutto ha inizio nella regione settentrionale della Francia. Da qui parte un movimento artistico che segna il passaggio graduale dall’arte romanica a quella gotica. Prende il nome di “style 1200”. Inizia verso il 1175 in Champagne e da qui si propaga nel Laonnais, nel Soissonnais e nel Artois. L’Ile de France e Parigi, che in quel  periodo era una città in piena espansione politica e demografica, hanno fortemente contribuito allo sviluppo di questo movimento .

La cattedrale di Parigi ovviamente risente di questo stile, come prima di lei già altre cattedrali ad esempio Saint Denis, Laon, Noyon e Sens. Le sue caratteristiche sono maggiormente evidenti nella miniatura, nelle vetrate e negli smalti. Ritroviamo una tendenza “antichizzante” che abbandona gradualmente tutte le forme di stilizzazione romanica, sebbene talvolta i due stili convivano ancora nella medesima opera. Lo stile diventa armonioso ed elegante con influssi classici .

Questi piccoli oggetti si diffondevano con facilità e divennero un modello anche per le opere architettoniche. Il rosone occidentale di Notre-Dame a Parigi e le vetrate di Laon sono chiaramente ispirate alle miniature di uno dei capolavori dello stile 1200: il salterio della regina Ingeborg. Le strutture architettoniche invece, daranno spazio ad un nuovo elemento fondamentale affrontato con una differente ottica: la luce. Per questo appariranno ampie vetrate, archi a sesto acuto, volte a costoloni, archi rampanti esterni.

Il gotico maturo

Gradualmente lo stile 1200 lascerà lo spazio ai caratteri del gotico classico. Parigi sarà il principale centro di irradiazione. E non a caso! Nella sua Università troverà la propria roccaforte la filosofia scolastica. La cattedrale gotica, è profondamente legata ad essa.

Questo legame è stato studiato a fondo da uno storico dell’arte, Erwin Panofsky . “Architettura gotica e filosofia scolastica” spiega come nella loro composizione le cattedrali gotiche siano un trattato scolastico in pietra.  In esse ” i singoli elementi pur formando una unità indivisibile devono proclamare la loro identità  restando chiaramente separati l’uno dall’altro- i fusti dal muro o dal nucleo del pilastro; i costoloni da quanto li circonda; ogni membratura verticale dai rispettivi archi; e inoltre deve esistere tra loro una correlazione senza equivoci”. Esattamente come un trattato è suddiviso in varie parti, così anche la struttura della cattedrale è suddivisa in molte parti che formano un’insieme, ma restando ciascuna chiaramente distinta dall’altra.

Proprio come la Summa scolastica la cattedrale del gotico maturo tentò di incorporare la totalità del sapere cristiano, teologico, morale naturale e storico.

Il mio viaggio

Per colpa di questo libricino qualche hanno fa ho voluto fare un viaggio alla scoperta di questi libri di pietra. Così è nata la proposta di itinerario che potete trovare qui.  

Per chi ama guidare è un ottimo fly&drive, a mio avviso il modo migliore per visitare questa regione perdendosi tra le mille meraviglie che offre!  Noi siamo partiti con la nostra auto direttamente da Torino, ma l’ideale è prenotare un volo fino a Parigi e poi noleggio dell’auto (ritiro e consegna in aeroporto).

Le molte Notre-Dame

Le cattedrali sorgono imponenti in deliziosi e pittoreschi borghi della campagna francese, in Piccardia e tra le colline dello Champagne:

Notre-Dame di Reims: la cattedrale dove venivano incoronati i Re, famosa per i suoi rilievi e le sue sculture come l’Angelo Sorridente.

Notre Dame di Reims

Notre-Dame di Amiens: il complesso scultoreo scultoreo della cattedrale è tanto imponente e completo di episodi del Vecchio e Novo testamento da essere soprannominato   “Bibbia di Amiens”

Notre Dame di Amiens

Notre-Dame di Chartres di cui sono rinomate le vetrate con il loro blu inimitabile e il labirinto nel pavimento della navata. Questo labirinto è uno dei meglio conservati ed è il più grande giunto dall’epoca medievale ai nostri giorni.

Notre-Dame di Laon: Il suo rosone è una dei primi esempi dell’arte gotica, le sue vetrate sono in gran parte ancora originali. Ma la cosa che più colpisce sono i buoi delle due torri in facciata. Guardano la campagna circostante, quasi fosse un omaggio al lavoro fatto per portare le grosse pietre sulla cima della “Montagna d’oro” sulla quale si erge la cattedrale.

Notre-Dame di Noyon: una delle più antiche cattedrali gotiche. Nella sua imponente facciata si nota bene il passaggio da romanico a protogotico.  La navata mostra per la prima volta l’alzato a 4 piani: arcate, matroneo, triforio e claristorio.

Notre-Dame di Parigi: Sulla cattedrale della capitale francese è stato detto molto. Qui ho trovato un interessantissimo articolo sulla storia contemporanea di questo capolavoro medievale.

Molte cattedrali gotiche sono dedicate a Notre Dame. Ma in particolare alcune di queste, fanno parte di un gruppo la cui disposizione sulla superficie terrestre riproduce la costellazione della Vergine. E’ dunque è affascinante che queste cattedrali siano dedicate proprio a Nostra Signora.

Lo champagne

Se siete appassionati di vino proprio non potete perdervi una visita con degustazione presso le più emblematiche cantine: Mumm, Ruinart, Jaquemart, Mercier, Dom Perignon, Veuve Clicquot, ce ne sono davvero tantissime soprattutto a Epernay, considerata infatti la “capitale dello Champagne”. Ma non dimenticatevi dei vigneron.  Sono piccoli produttori indipendenti che con grande passione vi apriranno le porte delle loro cantine e vi faranno assaggiare il loro champagne. Inoltre generalmente condividerete questa esperienza con poche persone.

A questo utilissimo link https://www.champagne.fr/it/scoprire-la-champagne/turismo/visita-cantine-degustazione troverete un elenco completo di tutte le cantine di grandi Maisons, Vignerons e Cooperative di produttori suddivise per area. 

Vigneti dello Champagne