Vengono associate a modernità e progresso. Al di là della Cortina di ferro erano più il simbolo di un’illusione.

Senza voler idealizzare l’epoca comunista, sono pezzi di un passato che affascinano per la loro estetica e per la loro capacità di veicolare messaggi. Questi neon erano un modo per “educare” la popolazione, si trasformarono in uno strumento di propaganda attraverso il quale si voleva far percepire una sensazione di stabilità, modernità e benessere.

Sponsorizzavano attività e messaggi più disparati dalle agenzie di viaggio ai caffè, ai negozi di alimentari, ristoranti, gas naturale, negozi di antiquariato, raccomandazioni al traffico come: “Attenzione, Pazienza e Educazione”. Ed erano così tante da far guadagnare a Budapest la fama di Capitale europea del neon.

Con il crollo del comunismo sempre più spesso ne venivano cancellate le tracce dalle strade e queste insegne che prima illuminavano la città vennero man mano spente. Oggi molte sono fatiscenti, stanno lentamente scomparendo davanti agli occhi delle persone, spesso senza che queste abbiano interesse a fare qualcosa.