Il tè in Russia è una cosa seria

Avevo bisogno di bere molto tè, perché non potevo lavorare senza. Il tè risveglia quelle opportunità che sono latenti nell’anima mia

Lev Tolstoj

In Russia il tè è una cosa seria. I russi hanno una loro peculiare cerimonia.

Il samovar

Il protagonista è il Samovar con il suo gorgoglìo che sembra un canto! Si tratta di una caldaia per far bollire l’acqua. Esso faceva parte del corredo di nozze delle giovani spose e si tramandava di generazione in generazione. Era sempre tenuto con grande cura e posto in vista nella stanza.

E’ considerato uno dei simboli della Russia, ma le sue origini potrebbero non essere russe. Secondo alcune versioni fu Pietro il Grande ad importare dalla sua amata Olanda un oggetto simile, secondo altre arriverebbe dalla Cina, mentre secondo altri sarebbe stato inventato a Tula e poi prodotto dall’industriale Demidov nelle sue fabbriche negli Urali. Non si sa!

 Ancora oggi il samovar è immancabile in una casa russa. Anticamente lo si metteva a scaldare sul fuoco di legna, ma si potevano utilizzare addirittura le pigne che conferivano all’acqua un delicato sapore di pino. Oggi perlopiù è elettrico. Quando l’acqua raggiunge la temperatura adatta viene portato in tavola. In cima c’è una piccola teiera con le foglie per l’infusione. Questo tè, molto concentrato chiamato zavarka, viene diluito con l’acqua del samovar direttamente nella tazza. Ancora oggi nelle case dei russi non è insolito trovare questa forte infusione sempre pronta, all’occorrenza diluita con l’acqua bollente.

Samovar e baranka

Come si beve il tè in russia?

Il tè è sempre servito con qualcosa da mangiare: miele, dolci, baranka (dolce a forma di anello), cioccolatini, pan pepato, stuzzichini. Possono essere aggiunti agrumi, fette di limone o anche marmellata di arance o ciliegie. Questa tradizione ha origini antichissime e risale ad una abitudine cinese di epoca Tang, periodo in cui il tè si beveva con varie aggiunte di frutta o verdura e spezie. In Russia nacque nelle stazioni di posta nei secoli XIII e XIX, quando i viaggiatori facevano una sosta per cambiare i cavalli. Bevevano tè per scaldarsi e aggiungevano il limone per migliorare la salute. Anche Stalin durante le riunioni era solito bere una tazza di tè con del limone.  

E’ d’obbligo servirlo con lo zucchero. Originariamente si mettevano dei pezzettini di zollette in bocca e si beveva la bevanda bollente addolcita dallo zucchero. Puskin diceva che l’estasi è bere tè nero con una zolletta di zucchero fra le labbra.

Non c’è un momento stabilito della giornata in cui berlo e spesso diventa un momento di conversazione e relax. E’ il momento ideale per godere della tipica e calda ospitalità russa!

Infine, il tè in Russia si beve bollente! Anticamente c’era l’usanza di versarne un po’ nel piattino quando era troppo caldo. Oggi questa usanza non c’è più, ma il tè viene comunque servito nella tazza con il piattino.

Come è arrivato il tè in Russia?

Secondo una leggenda i primi a raccogliere informazioni sul tè furono i cosacchi nel XVI secolo, ma la vera usanza di bere il tè comincia con Pietro il Grande. Tuttavia non fu nella sua San Pietroburgo ma a Mosca, che il tè divenne una tradizione della tavola russa. Durante il suo regno si hanno i primi scambi commerciali tra Cina e Russia e negli anni Venti del Settecento presero il via le forniture di tè alla Russia in grandi quantità. 

A differenza di quanto avveniva in Inghilterra dove il tè arrivava dall’India, il tè arrivava in Russia dalla Cina. Le navi mercantili inglesi trasportavano un tè essiccato, che quindi aveva un sapore diverso, mentre in Russia arrivava via terra attraverso la Siberia e gli Urali e non necessitava di essere essiccato. Anton Chekov racconta molto bene i patimenti di postiglioni e viaggiatori lungo la scassatissima, infernale, ma ahimè unica via percorribile… “Siberiana”. Si legge ne L’Isola di Sachalin:

è pressocchè l’unica arteria che congiunge l’Europa alla Siberia. E sarebbe proprio lungo quest’arteria – così almeno si afferma – che la civiltà fluirebbe in Siberia! Certo, se ne dicono parecchie, ma se ci sentissero i vetturini o gli impiegati postali, oppure questi concittadini fradici e infangati che affondano nella melma fino al ginocchio per trasportare il tè in Europa, chissà che cosa penserebbero dell’Europa medesima della sua sincerità! A proposito, guardate questo convoglio. Una quarantina di carri carichi di casse di tè, incolonnati lungo il terrapieno…Le ruote sprofondate a metà nei solchi, una lunga fila di ronzini scarni con il collo teso…

A. Chekov – L’isola di Sachalin

Inizialmente il prezzo era abbastanza alto, ma quando si abbassò, la bevanda iniziò ad essere consumata da tutti i ceti sociali. Ovviamene era diversa la qualità del tè.

Quali erano le qualità di tè più diffuse?

Il tè era apprezzato per le sue proprietà, per esempio la capacità di dare energia e combattere la sonnolenza. I più utilizzati erano il tè verde ma soprattutto il tè nero. A San Pietroburgo, erano apprezzate le miscele di tè con aggiunte floreali, ad esempio un famoso tè cinese col gelsomino. Il tè Ivan Chaj (camenerio), dalle molte proprietà benefiche ed era utilizzato in caso di malattia. Ancora oggi i medici ritengono che aiuti ad abbassare la febbre, allevia il mal di testa, riduce il rischio di contrarre il cancro e aiuta a liberare il corpo dalle tossine.

Ma si bevevano anche numerose altre infusioni dalle proprietà benefiche: Lo zveroboj (iperico, comunemente noto con il nome di erba di San Giovanni); il tè di tavolga; le foglie di smorodina (Ribes nero) note fin dal XI secolo, nei monasteri di Kiev e Novgorod; le foglie di brusnika (Mirtillo rosso) considerata  la regina dei boschi russi.

Una casa molto particolare a Mosca

Casa del tè Perlov

Come dicevamo è soprattutto a Mosca che il tè divenne una tradizione tipica. Ai tempi di Caterina II, quando il tè era già diventato una bevanda nazionalpopolare un ricco mercante, Sergej V. Perlov, decise di costruire una casa dove vendere e caffè.  Vi ho già parlato di questa casa molto particolare in un altro articolo. Venne costruita nel 1890. Nel 1896 in occasione della visita di un ambasciatore dell’imperatore cinese, Li Hongzhang, inviato a Mosca per l’incoronazione di Nicola II, le venne dato l’aspetto che conserva ancora oggi simile ad una pagoda cinese.

Perlov voleva far colpo sul notabile e ottenere alcuni importanti contratti d’importazione del tè. L’intero edificio era in stile cinese, appesa vi era la bandiera cinese e i commessi vestivano camicie rosse e gialle. Ornamenti di serpenti, lanterne orientali, vasi e sculture in porcellana cinese ornavano il negozio e i clienti potevano sedersi su cuscini di seta. La casa attirò ben presto l’attenzione dei moscoviti, che da allora cominciarono a frequentarla assiduamente. Un angolo di Pechino a Mosca! In questo video potete ammirarne gli splendidi interni.

La famiglia Perlov aveva iniziato la sua attività nel XVII secolo, con un piccolo banco al mercato dove si vendevano foglie di tè importate e bevande a base di esso.  Col tempo, la società della famiglia avrebbe assunto una posizione di leadership nel mercato del tè, del caffè e della cioccolata in Russia, diventando fornitore ufficiale della corte reale russa e imperiale austriaca, rumena e del Montenegro.

Nel periodo sovietico solo il piano terra rimase adibito a negozio, mentre i piani superiori divennero delle kommunalki (le tipiche case comuni, con una stanza per famiglia e cucina e toilette in comune). Dopo il restauro nel 1997 tornò al suo antico splendore e ancora oggi qui si può gustare un ottima tazza di tè e trovare miscele pregiate spesso introvabili.

Le foglie pregiate giungono dalla Cina, da Ceylon, dall’India, dal Kenya, dall’Inghilterra e da ogni parte del mondo ma anche dalla Russia, come quello famoso della regione di Krasnodar. Si trovano le tradizionali marche russe come la May Tea (il Tè di Maggio), la Staraya Moskva (L’antica Mosca), o i Three Indian Elephants (I Tre Elefanti Indiani). Si possono comprare in bustine ma se volete davvero seguire la tradizione russa meglio le foglie per preparare la zavarka.