Di guerra, repressioni e sogni che svaniscono
Il cuore è gonfio, troppo gonfio di strazio, rabbia, amarezza, sconforto. La mente è confusa, stanca. Questo messaggio è rimasto per giorni a macerare. E’ stato digerito un pezzetto per volta nella speranza che nel frattempo succedesse qualcosa che lo rendesse inutile. Eppure è arrivato il momento di finirlo e pubblicarlo. Quello che stiamo vivendo in questi giorni è un incubo forse anche peggiore della pandemia, un’oscurità di cui è difficile percepire il fondo. Una tragedia che colpisce il popolo ucraino e la sua terra, che lascia sgomenti tutti noi. Come può essere? Come può essere possibile che stia accadendo? Eppure accade e ha già distrutto e mandato in frantumi tante vite. Quelle degli ucraini, quelle dei tanti russi che si oppongono a questa guerra. Quelle di tutti coloro che fanno parte del russkij mir, il mondo russo, che nemmeno riescono a concepire una vita senza questo mondo e che stanno vivendo con estrema angoscia questi avvenimenti, provando la disperazione di non poter fare nulla. E allora è importante e necessario fare un punto della situazione. Non siamo esperti di geopolitica, il nostro compito e quello di farvi viaggiare e di farvi conoscere la Russia, quindi non ci interessa entrare nel merito di quali siano le cause di questo conflitto. La prima cosa che dobbiamo dire, gridare con fermezza è che questa guerra è una follia. La guerra fa schifo. E la condanna non può che essere totale. La guerra non può essere giustificata, né accettata. La guerra è come un tritacarne. Tritura i destini, brucia e demolisce anime, luoghi, amicizie, speranze, sogni. La guerra è solo distruzione e macerie. Il cuore si spezza davanti alle lacrime di chi sta morendo sotto le bombe, scappando, vivendo nel terrore nelle viscere di un bunker o della metropolitana, vedendo distrutte le proprie case e la propria vita.
Ma è anche importante che chi come me fa parte di quella comunità di russofoni, russofili, insomma di chi vive di Russia, con la Russia, in Russia possa dare una mano a comprendere. Assolvere una funzione di ponte e di baluardo contro un razzismo e una discriminazione pericolosi di tutto ciò che è russo. Perché la pace si costruisce partendo dalla conoscenza dell’altro, che poi è anche quello che facciamo attraverso i nostri viaggi. Attraverso discussioni anche animate ma sempre empatiche e con uvazhenie, rispetto.
Una cosa la voglio sottolineare: la Russia non è Putin. E’ vero, c’è una parte della popolazione che lo appoggia, ma i russi contro questa guerra sono tanti. E rischiano tanto e non è giusto abbandonarli. Le percosse degli OMON, i fermi, la galera. In Russia parlare di guerra in Ucraina è considerata una “fake news” e si rischiano anche 15 anni di carcere. Molte testate giornalistiche indipendenti e portali di informazione, come Echo Moskvy e Dozhd, sono state chiuse. Altre si sono traferite fuori dal Paese, altre ancora hanno eliminato gli articoli sulla guerra. Resta solo la propaganda. E purtroppo questo fa sì che una grande percentuale dei russi creda a questa propaganda. La guerra non è una guerra ma “un’operazione speciale per demilitarizzare e denazificare l’Ucraina”. Dice che la Russia è accerchiata da nemici che la vogliono distruggere. Le parole non sono usate a caso, ma abilmente per fare leva sui sentimenti della popolazione e ottenerne il consenso. In più viene sbandierata una presunta autosufficienza economica per cui l’uomo comune non si rende conto di cosa sta accadendo al Paese. Queste non possono essere giustificazioni… è sacrosanto! Ma l’appoggio dato dalla popolazione non è dovuto a puro gusto per la violenza e prevaricazione e a guerra finita sarà importantissimo aiutare questa parte della popolazione ad arrivare ad una presa di coscienza.
Nel frattempo però non possiamo dimenticarci di chi si oppone e sta vivendo questa aggressione come una vergogna. Che dovrà sopportare il peso di umiliazioni, della sensazione che tutto il mondo li stia odiando e delle ripercussioni economiche. E’ giusto sostenere questa parte della popolazione e far sì che su di essa si costruisca il futuro del Paese. Chi siamo noi per dire: “avevano solo da ribellarsi”, chi siamo noi per dire: “se lo sono meritato”. Vedo diffondersi messaggi di odio, di soddisfazione nel vedere la Russia boicottata ed isolata. Ma mi chiedo, quanti di noi si battono attivamente per cambiare ciò che non ci piace del nostro Paese, pur avendo molta più libertà di farlo? Non sono giudizi, solo inviti alla riflessione perché credo che in questo momento difficile non dovrebbero essere alimentati odi, razzismi e tifoserie da stadio. Ci mettiamo solo a livello di chi ha scatenato questa guerra, in contrapposizione a quei valori che diciamo di voler difendere. Facciamo in modo che la parola solidarietà non diventi un’ipocrisia.
Vedo dissolversi il mondo e la Russia che amo e questo no, non lo posso permettere. Un paese in cui la storia è sempre stata caratterizzata da grandi atti di eroismo alternati a punte di oscurità profonda, un paese dalla letteratura e cultura immense e fondamentali per il mondo moderno, un paese che ha dato molto anche alla scienza. Come sempre faccio con le persone che decidono di viaggiare con noi voglio condividere materiali e canali utili ha capire di più quello che sta accadendo.
Trovate due interessanti lezioni di Guido Carpi, Professore dell’Università Orientale di Napoli, sulle relazioni tra Russia e Ucraina sulla sua pagina FB
Per approfondire temi di attualità vi consiglio tra i tanti:
Lettera da Mosca
Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa
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