A proposito di un hotel che racconta storie. Il Metropol

Se le mura del Metropol potessero parlare racconterebbero centinaia di storie. Non è solo uno degli hotel più lussuosi, situato nel cuore della Capitale, ma è veramente un luogo di importanza storica, dove si svolsero eventi significativi. Dalle feste di Rasputin e ritrovo della nobiltà divenne casa del Soviet. Sotto la grande cupola di vetro Lenin tuonava le sue arringhe e si tenevano le assemblee.

Membri del Partito vi si stabilirono con tutto il loro seguito di gatti, cani e orsi. Nel 1950 Stalin diede un ricevimento per celebrare con Mao la firma del trattato sovietico-cinese.

Costruito dal ricco industriale Savva Mamontov agli inizi del 1900 era innovativo non solo nelle forme delicate dell’Art Nouveau ma anche dal punto di vista delle tecnologie: acqua calda, telefoni nelle camere, ascensori. Si prova un po’ di soggezione e imbarazzo ad entrare nella hall con la grande cupola vetrata, la fontana in marmo e le lampade monumentali.

Sulla facciata ci sono diversi mosaici. Il famoso dipinto “La Principessa dei sogni” di Mikhail Vrubel, realizzato per una mostra di Nizhnij Novgorod, ebbe scarso successo fino a quando Savva Mamontov non decise di riprodurlo in forma di mosaico sulla facciata del Metropol.

Ospiti d’eccezione :)))

In epoca sovietica entrare in URSS era piuttosto difficile ed era possibile solo attraverso una speciale società turistica l’Intourist. Il Metropol era uno degli hotel che faceva parte dell’Intourist e qui potevano alloggiare gli ospiti stranieri. Personaggi politici, artisti, poeti (Esenin in questo hotel chiese a Isadora Duncan di sposarlo), stelle del cinema e della musica (tra cui Elton John e Michael Jackson) hanno frequentato le sue sale.

Lo ritroviamo anche tra le pagine del Maestro e Margherita. Il consulente Woland è un nemez (tedesco) venuto a Mosca per tenere uno spettacolo di magia nera al teatro Varieté. In realtà altri non è che il Diavolo venuto a spiare i moscoviti come di consueto. Michail Alexandrovich Berlioz, presidente del Massolit e il poeta Ivan Bezdomnyj lo incontrano agli Stangni del Patriarca e qui il professor Woland/Diavolo farà un pò di profezie funeste mentre ingaggia con i due una conversazione sull’esistenza di Gesù Cristo. Tra le altre cose il Consultant vorrà alloggiare a casa di Berlioz, che di lì a poco finirà sotto un tram…lasciando la casa vuota!

Dalle sue suites si vedono il Bolshoj e il Palazzo della Duma. E’ possibile fare colazione, brunch, visite guidate a tema per scoprire questo Grand Hotel. Oppure gustarsi un ottimo cocktail come fanno i moscoviti prima di recarsi al Bolshoj. Ma non un cocktail qualunque, uno di quelli “letterari” ispirati al famoso romanzo di A. Towel “Un gentiluomo a Mosca”. Insomma un posto dove bisogna andare anche se non siete amanti del lusso perché qui Mosca racconta una parte della sua storia.